Una esemplare figura di imprenditore – Testi e manuali di rara inventiva
E’ morto ieri a Perugia nella casa della figlia Liliana, l’editore Giacomo D’Anna, fondatore e guida fino a poco tempo fa, della casa editrice omonima. Con l’ottantacinquenne editore ( era nato in provincia di Enna nel 1896) scompare una figura esemplare di imprenditore che. senza mai essersi dato arie d’intellettuale, era riuscito a costruire un organismo sensibilissimo e oggi molto florido, partendo dalla condizione di semplice libraio della provincia siciliana.
E’ infatti al termine della prima guerra mondiale che Giacomo D’Anna impianta a Messina una libreria che ben presto diviene centro dt raccolta di intellettuali e scrittori. Molto legato agli ambienti universitari messinesi. il giovane libraio ospita e discute con Pasquali. Valgimigli, Donadoni. Concetto Marchesi. Matura così l’intenzione di fondare una piccola casa editrice che presto si inaugura con la «Biblioteca di cultura contemporanea» (collana tuttora viva con oltre cento scelti volumi) Quasi subito vi affianca una sene di test, scolastici. prima avvisaglia di quella che sarà nel futuro, e resta tuttora, la vocazione vincente della casa editrice. Durante guerra l’ultima mondiale Giacomo D’Anna si trasferisce a Città di Castello, intreccia rapporti stretti con Luigi Russo e Francesco Flora (ben presto diventerà l’editore della celebre e vivissima rivista Belfagor) e prende sotto la sua protezione, stampandogli anche un libro, Attilio Momigliano, perseguitato dalle leggi razziali. Incarcerato per attività antifascista, Giacomo D’Anna partecipa e dà mano più tardi alla strategia partigiana per la liberazione dell’Italia.
E’ nel 1949 che l’editore, or mai affiancato dai due figli Giuseppe e Guido (oggi affiatatissimi e eccellenti patron dell’azienda) trasferisce una filiale a Firenze. Ben presto è proprio nella nostra città che la D’Anna esplode per quantità e qualità di produzione imponendosi fra le più sene e meditate operatrici soprattutto nel campo dell’editoria scolastica. Ampliato il programma editoriale, inserisce fra le sue testate appunto la rivista Belfagor e poi la rivista Maia. direna da Gino Funaioli e Gennaro Perrotta.
Usciranno poi altre riviste come Critica storica di Armando Sapori e Atene e Roma di Amedeo Maiuri. Grande merito di Giacomo D’Anna e dei suoi tigli è stato quello, negli anni Sessanta, di aver colto le prime legittime inquietudini contro il persistere di strutture scolastiche che rendevano il sapere nozionistico, statico e poco rispondente alla realtà sociale e intellettuale del Paese. Nascono e escono a poco a poco, opere nuove, sia nel campo della manualistica che in quello soprattutto dei testi di sussidio che subito s’impongono per novità metodologica. ricchezza aggiornata di contenuti e vivacità grafica. Sono forse gli anni più belli dell’ex libraio siciliano che, saggio patriarca. lavora in modo anticonformistico, con l’aiuto ormai, determinante di Guido e Giuseppe, suoi figli, in un contesto di entusiasmo, di armonia e di vivacità intellettuale che è difficile a capire per chi non lo ha, come noi, conosciuto direttamente.
Siamo alla storia di questi anni. Grazie anche al finissimo lavoro di Angelo Gianni. direttore editoriale, escono a getto continuo (ma su progetti meditali) collane parascolastiche quali •Tangenti•, •Gli uomini e le loro istituzioni•, «Parallela», •Secondo Millennio•. «L’anello di Mobius•. Accanto, test, e manuali di rara inventiva e di effettivo anticonformismo intellettuale e didattico. A questo lavoro, ormai, vecchio e onorato, collabora fino a pochissimo tempo fa, Giacomo D’Anna Gran signore siciliano, generoso e preciso, accorto e geniale, tenacissimo e carico di una sudata storia personale, Giacomo è il cardine del trio che oggi. purtroppo, si riduce al validissimo binomio degli ancor giovani Guido e Giuseppe. Ai quali, va il nostro affettuoso pensiero oggi e gli auguri di proseguire. com’è certo. nel loro lavoro prezioso e in certo senso unico.
Pier Francesco Listri