L’ECOFIN è l’organo composto dai Ministri dell’economia e delle finanze dei Paesi Membri dell’Unione Europea. Ecofin ha dato il via libera alla direttiva EPBD, la quale si concentra sulla prestazione energetica degli edifici. Questa decisione ha visto l’opposizione dell’Italia e dell’Ungheria. Il testo della direttiva dovrà ora essere pubblicato in Gazzetta e adottato dagli Stati membri entro due anni. L’obiettivo è quello di raggiungere emissioni zero entro il 2050.

Secondo la nuova direttiva, è previsto un taglio del 16% dei consumi medi dal 2020 al 2030, con ulteriori riduzioni del 20-22% entro il 2035, di cui almeno il 55% dovrebbe essere ottenuto tramite interventi di ristrutturazione. A partire dal 2025, non saranno più concessi incentivi per le caldaie alimentate esclusivamente a metano.

Per quanto riguarda le nuove costruzioni, è stato stabilito che devono avere emissioni zero da combustibili fossili, con scadenze specifiche: dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri edifici, con la possibilità di deroghe specifiche.

La Commissione Europea sarà incaricata di effettuare una valutazione entro il 2028 per verificare la necessità di eventuali correzioni.

Riguardo all’impatto della direttiva sul patrimonio immobiliare italiano, emerge che le abitazioni nel nostro Paese sono mediamente più datate rispetto agli altri Stati membri: l’84,5% risale a prima del 1990, mentre la percentuale è inferiore per Paesi come Germania, Francia e Spagna. Tuttavia, l’introduzione del superbonus dovrebbe sostenere gli sforzi italiani per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 16% dei consumi energetici entro il 2030.

 

Un commento alla situazione attuale

Fa riflettere il fatto che il Decreto Rilancio Superbonus 110% avesse in realtà anticipato la necessità di migliorare la dispersione energetica degli immobili e di come avesse dato agli italiani il modo di adeguare le proprie abitazioni a queste nuove necessità ambientali. Viene da pensare che alla fine Conte, nonostante errori e rischi, ci avesse visto giusto. Ma invece di regolamentare ciò che era stato deciso per correggerlo ed eliminare le indubbie imperfezioni, si è preferito cancellare tutto. Ci sembra una decisione sbagliata. Molto sbagliata.