Stop al Superbonus: «Con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell’edilizia privata circa centomila posti di lavoro. E molte imprese chiuderanno».

Il segretario generale della Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil, Alessandro Genovesi, ha lanciato l’allarme. La scelta di stoppare la cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus legati alle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico «è un attacco del governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà».

Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, secondo il quale il «Governo ha rimediato a situazione pericolosa», non convince il sindacato. E proprio il sindacato minaccia: se il governo Meloni «non tornerà sui propri passi e aprirà un tavolo di confronto, metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso quindi lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni».

Nel frattempo, il Collegio Costruttori evidenzia come la decisione del governo non risolva i problemi del passato: «Anzi, al contrario, se ne creano di nuovi per il futuro».

Lo stop al Superbonus spaventa. Cna rinnova la richiesta al Governo di intervenire con la massima urgenza per sbloccare i crediti fiscali legati agli ecobonus. Quei crediti che sono bloccati nei cassetti fiscali di migliaia di imprese.

Circa 8 miliardi di liquidità bloccati da mesi stanno infatti mettendo a rischio la sopravvivenza di 40 mila imprese della filiera delle costruzioni. Lo afferma la Confederazione degli artigiani. Questo può provocare il blocco di 100 mila cantieri e generando caos e incertezza per un milione di cittadini.

La Cna Lazio ritiene che lo scenario che si annuncia sia catastrofico per migliaia di imprese. Saranno infatti costrette a bloccare i lavori, con il rischio di licenziare i lavoratori.

Il presidente Erino Colombi ha rilasciato una dichiarazione. Ha accusato il Governo di aver preso un provvedimento senza consultare le parti sociali. E di non prevedere neanche un periodo transitorio per ridurre gli impatti negativi sull’intera filiera delle costruzioni e su quella dell’indotto.

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