Chiarimenti ANAC su frazionamento appalti e obbligo di rotazione

L’ANAC ha emesso un atto il 16 aprile 2024 (n.757/2024) per chiarire alcuni principi consolidati nella normativa sui contratti pubblici.

Si sottolinea l’importanza per le stazioni appaltanti di definire correttamente il proprio fabbisogno per evitare il frazionamento artificioso degli appalti e possibili violazioni delle soglie per l’affidamento diretto o la procedura negoziata.

L’Autorità ribadisce il divieto generale di frazionamento degli appalti per evitare scelte arbitrarie di affidamento diretto e richiede che il valore complessivo di più contratti di appalto di servizi sia computato insieme per determinare se superi la soglia prevista, in tal caso le procedure di affidamento devono essere svolte nel rispetto delle norme comunitarie.

In merito al principio di rotazione degli affidamenti, si applica nei lavori negli ultimi tre anni solari, con riferimento all’affidamento precedente, con divieto di invito a procedure dirette per il contraente uscente e l’operatore economico non affidatario nel precedente affidamento.

Tuttavia, l’invito o il riaffidamento al contraente uscente può essere consentito in casi specifici, purché motivato dalla stazione appaltante considerando la struttura del mercato e la qualità della prestazione precedentemente offerta.

 

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la Direttiva “Case Green”

La Direttiva “Case Green” (Dir. 2024/1275) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 8 maggio 2024 e entrerà in vigore il 29 maggio 2024, con obbligo di recepimento da parte degli Stati membri entro il 29 maggio 2026.

La direttiva prevede requisiti minimi di prestazione energetica per edifici esistenti e di nuova costruzione. Gli edifici di nuova costruzione di enti pubblici dovranno essere a emissioni zero entro il 2028, mentre tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno esserlo entro il 2030.

Si prevede una riduzione del consumo medio di energia primaria del parco immobiliare residenziale entro il 2030 e ulteriori riduzioni entro il 2035 e il 2040. La direttiva prevede incentivi e finanziamenti per favorire il passaggio a sistemi di riscaldamento non basati sui combustibili fossili e la sostituzione delle caldaie alimentate a combustibili fossili negli edifici esistenti.

Gli Stati membri devono predisporre finanziamenti e misure di sostegno per trasformare il parco immobiliare in edifici a emissioni zero entro il 2050, agevolando le procedure di domanda e concessione di finanziamenti pubblici e affrontando gli ostacoli relativi ai costi iniziali delle ristrutturazioni.

Infine, l’attestato di prestazione energetica dovrà essere conforme al nuovo modello indicato dalla Direttiva entro il 2026.