Il superbonus sembra essere al centro dell’attenzione di Palazzo Chigi e del governo Meloni, che sembra aver scartato l’idea di cartolarizzare i crediti fiscali associati ad esso.

Tuttavia, sembra che il governo stia ora aprendo alla possibilità di compensare i crediti tramite i modelli F24 presentati in banca.

La politica italiana sembra essere ancora una volta dominata dal bonus edilizio, con il governo che ha recentemente imposto un limite alle sconti in fattura e alle cessioni dei crediti al fine di ridurre la bolla di crediti fiscali da 16-19 miliardi di euro rimasti incagliati. Questi crediti fiscali sono stati emessi alle imprese del settore edilizio e sono diventati non cedibili alle banche.

 

Le risorse

Il governo sta cercando di trovare risorse per la prossima manovra e sta valutando di interrompere il superbonus perché continua a generare 3 miliardi di crediti al mese.

Tuttavia, la collaborazione di tutti gli attori in campo è essenziale per trovare 24-25 miliardi di liquidità e salvare 25 mila imprese, 90 mila cantieri e 130 mila posti di lavoro. Per questo motivo, la delegazione del governo, composta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ha incontrato rappresentanti di Abi, Cdp, Sace, nonché rappresentanti delle imprese e dei costruttori come Ance, Con-findustria, Confedilizia, Confapi e Alleanza delle Cooperative Italiane il 20 marzo.

Dopo aver annunciato l’apertura di un tavolo tecnico, Palazzo Chigi ha deciso di individuare norme transitorie per facilitare il passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale, tenendo in considerazione la situazione delle imprese di piccole dimensioni e quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma.

Questo è un importante passo avanti per non penalizzare il settore edile, che richiede risposte rapide, soprattutto alla luce delle nuove disposizioni europee in materia di transizione green degli immobili. Tuttavia, l’individuazione della soluzione per accelerare lo smaltimento dei crediti richiede ancora del tempo, nonostante le proposte messe sul tavolo dal mondo bancario e dai rappresentanti dell’edilizia. Siamo fiduciosi che, grazie al lavoro congiunto delle parti interessate, si possa trovare una soluzione efficace e tempestiva per tutelare il settore edile e sostenere la transizione verso un’edilizia sostenibile.

 

Le compensazioni per Palazzo Chigi

L’ipotesi delle compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca è stata valutata come fattibile dai rappresentanti di Abi e Ance. Questo strumento di finanza pubblica potrebbe comportare un costo per le casse statali, in quanto le banche non sarebbero in grado di acquistare nuovi crediti a causa della mancanza di spazio di smaltimento fiscale.

Tuttavia, le banche potrebbero scaricare i debiti compensandoli con gli importi dei pagamenti fiscali fatti dai clienti con i modelli F24 ai propri sportelli. Questa soluzione potrebbe essere vantaggiosa per il settore edile e per l’economia italiana nel suo complesso, ma richiederà un’attenta valutazione delle conseguenze e un’adeguata pianificazione finanziaria per minimizzare gli eventuali costi per lo Stato.

Oltre alle possibili compensazioni tramite modelli F24 e alla soluzione di coinvolgere Cdp e Sace, il governo sta anche valutando la possibilità di concedere sconti in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti. Tuttavia, è importante considerare i costi che questa scelta comporterebbe, nonché le decisioni di Eurostat sul modo di contabilizzare le spese dei bonus edilizi, che saranno rese note all’inizio di marzo.

Anche se alcune di queste soluzioni richiedono tempo per essere implementate, è importante trovare una risposta rapida per sostenere le imprese edili e evitare il fallimento di migliaia di aziende e la perdita di posti di lavoro. Il governo sta lavorando in stretta collaborazione con le parti interessate per trovare la soluzione migliore per l’economia italiana nel suo complesso.

 

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