Il Parlamento Europeo ha dato il suo primo, importante via libera alla direttiva sulle case green per promuovere l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa.

Il testo è stato emendato dal Pe in più parti per migliorare il suo contenuto.

Tuttavia, nonostante l’approvazione, la direttiva non entrerà in vigore. Questo fino a quando non sarà negoziata con il Consiglio UE e l’esecutivo europeo prima di tornare in plenaria.

Il relatore, Ciarán Cuffe, ha annunciato il rinvio in commissione per i negoziati istituzionali.

È importante notare che l’entrata in vigore della direttiva non è scontata. Lo dimostra il precedente dello stop alle auto a benzina e diesel dal 2035, bloccato da una minoranza di opposizione.

“Il nostro gruppo Ecr e la delegazione di FdI si sono opposti alla direttiva sulle case green approvata oggi dal Parlamento Europeo, ritenendo che l’efficientamento energetico degli edifici non debba essere perseguito a spese dei cittadini”.
Il testo, infatti, prevede tempi irragionevoli, non considera le differenze tra i vari Stati membri e non chiarisce gli stanziamenti previsti per sostenere il percorso. Ciò comporterebbe una vera e propria ‘patrimoniale mascherata’ che graverebbe sui cittadini, costretti a sostenere esborsi ingenti per rispettare gli obblighi della direttiva.
Inoltre, i costi del materiale edilizio potrebbero aumentare ulteriormente, peggiorando la situazione.
“L’Italia, con il suo patrimonio immobiliare di grande valore storico e culturale, sarebbe particolarmente colpita, con conseguenze anche per il sistema bancario e per il turismo.”
Durante il dibattito, abbiamo sottolineato l’importanza di affrontare il problema del radon negli edifici privati, che aumenta del 50% la probabilità di cancro ai polmoni. “Siamo preoccupati che la coibentazione degli edifici senza affrontare il problema del radon possa causare danni alla salute dei cittadini.”
“Il Parlamento europeo ha approvato la proposta di direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici con una maggioranza schiacciante di 343 voti favorevoli contro 216 contrari e 78 astenuti. Siamo tuttavia grati agli esponenti della maggioranza politica italiana per aver votato contro la proposta”.
La vicenda non si conclude qui, ma si entra ora in una fase di negoziazione che coinvolgerà i governi dei Paesi dell’Unione.
Mercoledì scorso, la Camera dei deputati ha anche adottato una mozione di maggioranza per impegnare il governo italiano a scongiurare l’introduzione di una disciplina giudicata pericolosa per il nostro Paese.
“Chiediamo al presidente del Consiglio di assumersi la responsabilità personale per il raggiungimento di questo obiettivo”, dichiara Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, in una nota.