Superbonus e proroga nel Decreto Anticipi
La proroga del Superbonus sembra non essere confermata. L’emendamento al Decreto Anticipi, presentato come possibile prolungamento, non sembra trovare accoglimento.
Il presidente della commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini, ha dichiarato che saranno presi in considerazione solo emendamenti ordinamentali. E che non influenzino gli equilibri di bilancio.
Nonostante ciò, la situazione potrebbe ancora mutare, poiché il prolungamento della scadenza del Superbonus per i condomini potrebbe essere considerato come parte delle modifiche parlamentari previste nella Legge di Bilancio 2024.
Si ricorda che tramite un emendamento al Decreto Anticipi era stata avanzata la proposta di proroga della scadenza del Superbonus al 30 giugno 2024 per i lavori eseguiti nelle abitazioni, richiedendo che entro la fine del 2023 sia stato completato almeno il 60% dei lavori.
La proposta di posticipazione è stata presentata dai senatori Licia Ronzulli, Roberto Rosso e Claudio Lotito. Anche l’emendamento del senatore Luigi Nave propone la stessa data di scadenza, nel 2024, richiedendo una percentuale di lavori eseguiti pari al 60% o al 30%.
Da sottolineare che il Decreto Anticipi, collegato alla Manovra 2024, contempla diverse misure riguardanti pensioni, rinnovo dei contratti pubblici, disposizioni fiscali, e interventi a favore delle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, inclusi quelli per il trasporto pubblico locale, investimenti, sport, lavoro, istruzione e sicurezza.
Aumento ritenuta bonifici Bonus Edilizi
Nel quadro delle modifiche previste dalla bozza della Legge di Bilancio 2024, si delinea un’emendamento significativo riguardante la percentuale della ritenuta d’acconto sui bonifici dei pagamenti relativi ai Bonus Edilizi. In particolare, si propone un aumento dalla corrente 8% all’11%, con inizio il 1° aprile 2024.
Questa modifica ha già generato un dibattito acceso. Diverse associazioni, tra cui ANFIT e UNICMI, hanno manifestato contrarietà all’aumento della ritenuta. ANFIT, per esempio, critica l’aumento in quanto comporterebbe un’ulteriore sottrazione di liquidità alle imprese. Il presidente di ANFIT, Marco Rossi, sottolinea la richiesta di eliminare l’attuale ritenuta dell’8%, riguardante i bonifici per:
- le ristrutturazioni edilizie
- l’efficientamento energetico
- la sostituzione dei serramenti
Parallelamente, UNICMI ha espresso preoccupazione riguardo all’implicazione di questo provvedimento. Ha inoltre richiesto che sia applicato in modo uniforme a tutte le imprese, indipendentemente dalla loro nazionalità o dalla presenza di una banca italiana di supporto.
ACMI si schiera sulla stessa linea, suggerendo non solo di non aumentare la ritenuta, ma addirittura di abolirla o escludere dall’accesso alle detrazioni gli operatori che possono eludere gli oneri legislativi.
Questo dibattito sugli aumenti proposti nella ritenuta d’acconto sui bonifici per i Bonus Edilizi riflette le preoccupazioni delle associazioni e delle imprese coinvolte. Mentre il governo propone questo incremento come misura per aumentare le entrate statali, diversi attori del settore mostrano riserve sull’impatto che questa modifica potrebbe avere sulle imprese e sul settore in generale. La discussione rimane aperta, poiché si confrontano le esigenze finanziarie dello Stato con le esigenze di sostenere l’economia e la vitalità del settore edilizio.
Viene spontaneo ancora una volta riflettere a questo punto sull’operato dell’attuale Governo. Con le proprie scelte ha provocato la chiusura di numerose imprese edili e ne sta contemporaneamente mettendo in gravi difficoltà altre migliaia, dato che le banche non concedono a tale tipo di aziende alcun tipo di finanziamento. Ricordiamo che ad essere colpiti sono soprattutto quei soggetti più economicamente deboli che non hanno la possibilità di attendere o di compartecipare alle spese.